venerdì 24 aprile 2015

del Compagno Zac: Le Liberatrici

Donne bellissime.
Carla era un’infermiera alquanto atipica, curava, cuciva, correva, rischiava.
Non era armata, come Tina, una sua compagna, che in bicicletta percorreva le stradine fra Treviso e Padova, per portare radio ricetrasmittenti, a continuo rischio cappio, e che un giorno decise di farsi dare un passaggio da un camion di nazisti, aggirandoli con la scusa di avere un sacco di libri pesanti dentro la valigia.
Nello stesso periodo Adriana riparava i ricercati dalla gestapo, e quando la banda koch la catturo’, questa donna bellissima fu’ “stesa su un letto di chiodi e battuta con un arnese che serviva per il camino, persi tutti i denti, mi spaccarono quasi tutte le costole, ma io non parlai, per otto giorni non parlai….ah, scordavo, mi strapparono anche tutti i capelli, ma io non parlai”.
Quelle che andavano sui monti si occupavano di tutto, quelle che restavano in citta’ si occupavano di tutto.
Ines, Gina e Livia restarono in citta’, e si inventarono la prima forma di resistenza pacifica; appena avevano il sentore che nel paese limitrofo le SS stavano rappresagliando, davano l’allarme, tutti gli uomini abbandonavano l’abitato, e loro, donne bellisssime, si schieravano di fronte alle loro case, tenendosi per mano, aspettando i tedeschi cantando le canzoni che di norma si sentivano nelle risaie. Tutte senza armi.
Paola lavorava al Comune, a stretto contatto con i fasci, e riusciva a far sparire centinaia di stati famiglia bollati come “di razza giudia”, alcuni li bruciava, altri li faceva falsificare, Fam. Goldstein diventava Fam. Bianchi, e cosi’ salvo’ migliaia di esseri umani facendoli transitare per i valichi svizzeri, salvo poi essere impiccata in pubblica piazza.
C’era Clorinda, combattente, che venne catturata, stuprata, azzannata dai cani della gestapo, torturata dal capo nazi, infine impiccata pure lei.
Alla fine di queste donne bellissime rimase poco o nulla, si contarono in circa diecimila le vittime deportate, torturate, seviziate e macellate come bovini, talune si salvarono, e a parte casi rarissimi (leggi Nilde Iotti e Tina Anselmi), tornarono a fare i lavori di casa fra le mura domestiche, continuarono a fare la vita di prima, lavare, cucinare, badare, crescere i figli, accudire il focolare, senza che nessuno dicesse loro grazie.
Su 70mila donne bellissime solo 18 furono insignite di medaglia al valore, e null’altro.

Dopo il 25 aprile vi furono le sfilate nelle citta’ liberate, prima gli alleati, poi i gruppi partigiani composti dagli uomini, in fondo alla parata le donne bellissime, solo alcune e non sempre, dato che persino il PCI all’epoca considerava scostumato far sfilare una donna che era stata sui monti con gli uomini, e le medesime venivano insultate dalle donne che non avevano mosso un dito, al grido di “puttane” quando andava bene, e questo comportamento ignobile fece si’ che le storie uniche e irripetibili di questo meraviglioso esercito di eroine finisse irrimediabilmente nel dimenticatoio.

Io non vi ho mai conosciute, care Compagne, ma vi avrei sposate tutte.

Mi sento come pervaso da un senso di latente colpevolezza, da uomo mi sento corresponsabile di questo abnorme insulto perpretato per decenni, vi porgo le mie scuse, per quanto possano servire, care donne bellissime.

“LE DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO NON HANNO MAI AVUTO BISOGNO DI “MOSTRARE” NULLA, SE NON LA LORO INTELLIGENZA”
Rita Levi Montalcini.

10 commenti:

  1. Altro che olgettine e veline, ecco le vere eroine.
    Un salutone,
    robi,
    aldo.

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    1. E lo sponsor delle prime che hai citato ha cercato più volte di togliere il significato alla data che ricorda il sacrificio delle seconde.
      Un abbraccio. robi

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  2. Bel post amico mio, ci voleva in questi anni di omologazione e della dimenticanza.
    Ieri ho accompagnato mio suocero nei luoghi del mio paese dove 24 partigiani sono stati uccisi dai repubblichini e dalle SS. Una esperienza unica con il partigiano Athos (questo il nome di battaglia di mio suocero), 89 anni garibaldino del battaglione Stalin.La visita più commovente presso le mura del cimitero del mio paese dove il 28 aprile 1945 cinque giovani vite furono stroncate dal fuoco nazista di un plotone di esecuzione, il più anziano aveva 26 anni, da mettersi a piangere.
    Oggi ho preso la bicicletta e sono andato fino a Clauzetto, a 54 km da casa. In quella zona montuosa si è combattuto fino ai primi di maggio e lungo la salita da Castelnovo del Friuli a Clauzetto (in totale 9 km) vi sono ben 7 lapidi di giovani partigiani con la foto sbiadita. Pioveva ma il mio disagio non derivava dall'acqua, era il pensiero di quei giovani morti per la nostra libertà che mi faceva pedalare col magone alla gola. Speriamo che serva da lezione per sempre per ogni uomo che tenga coscienza, perché i nostalgici fascisti e i mascalzoni di sempre ci sono, e il loro numero aumenta in questi anni di cacca.
    Come diceva Pasolini da tempo è cominciata con il cosiddetto benessere "una fiesta ca vi à fat crodi ca sedi scuminsiada na fiesta sensa fin".
    Ciao amico caro, in alto i cuori.
    haffner

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    1. Caro haffner,
      mi sono venute le lacrime quando ho letto questo post sul blog di Zac ed ho voluto farne partecipi tutti i miei amici.
      Il racconto di questa tua commovente giornata è una testimonianza in più di quanto dolore sia passato da quelle tue eroiche valli. Abbraccia forte Athos e ringrazialo da parte mia.
      Ciao grande amico, in alto i cuori. robi

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  3. Ciao Roby,bellissimo post. Scritto col cuore, l'anima e la testa. Forse ti può far piacere quanto, il 25 aprile, ho postato sul mio blog. "Una storia partigiana", storia vera.
    Sono contento d'esserti amico.
    Buona serata e buon inizio settimana.
    banzai43

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    1. Caro Banzai,
      immaginavo un racconto commovente relativo a quel periodo, ma leggere che ne sei stato partecipe attraverso la tua famiglia mi ha emozionato ancora di più.
      Grazie per la tua amicizia. Un abbraccio. robi

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  4. Il post di Zac sulle "partigiane" è stato memorabile, tant'è che anche io l'ho pubblicato per commemorare la festa della Liberazione. Però, ancheil racconto di haffner è una testimonianza molto bella. Finché ci saranno individui in grado di custodire la "memoria" di quel momento storico, ci sarà ancora qualche speranza, seppur debole, per questo Paese.

    Ciao Robi, buon inizio di settimana.

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    1. Leggere di queste eroine e di questi eroi mi ha fatto dimenticare per un attimo cosa siamo diventati a 70 anni dal loro sacrificio. Sono fiero del nostro "Condominio" perchè siamo tutti partigiani nel cuore.

      Ciao Carlè, buona settimana di (forse) ordinaria decadenza. robi


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  5. Donne di azione.
    Donne che profumavano di eroica dedizione e sacrificio.
    La bellezza di queste Donne non può essere distrutta, nemmeno la morte può intaccarla, perché è eterna.

    Grazie a te e a Zac.

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    1. Il coraggio di quelle Donne mi fa sentire piccolo. Forse solo le donne sanno essere così meravigliosamente eroiche.

      Nel Condominio, io e Zac ci contendiamo il trofeo dell'esagerata commozione... Con questo suo post penso di averlo scavalcato in classifica.

      Grazie delle tue parole.
      'Notte cara gemellina. robi

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