Sei un ...dispenser di sorrisi, grazie! :) Argute, divertenti e...non me l'aspettavo... ma una m'ha fatto scendere una lacrima...per la malinconia della canzone ricordata... Ancora grazie!
E così hai sorriso per le mie maniglie ehhh... Grazie a te Calo per capire il mio falenare in immagini Next post Ferro e De Andrè: armati di pazienza... Bacio. robi
Da qualche anno mi succede che ad una certa ora del post pranzo, mi cala il sonno per cui mi preparo una specie di divano, assente in camera mia, dove potermi spaparanzare e farmi la quotidiana pennichella (traduzione romanesca della dormitina).In pratica sistemo sul mio letto single una serie di cuscini che formano quasi una poltrona-sdraio, una sedia imbottita davanti per poggiarvi le gambe ed ecco pronto il falso divano. D'inverno, occorrendo, mi preparo un plaid di lana di colore rosso.Non appena le palpebre mi danno il primo segnale interrompo quello che sto facendo, di solito al pc, con la speranza che Pasquale non si dispiaccia, e mi sdraio soddisfatto. Certe volte arrivo persino a sognare. La durata della pennichella raramente supera due ore ma questo dipende da quello che ho mangiato a pranzo e quanto ho mangiato poiché non bevendo vino o birra la causa dovrebbe essere quella. Certo anche l'età incide, altroché. Purtroppo la sera, se non prendo una compressa soporifera, a "nanna" non riesco ad andarci. In tutta questa situazione c'è però una piccola questioncella. A volte quando dormo resto con la bocca semiaperta e sembro un neonato. Io non me ne accorgo però mi è stato riferito. La colpa principale è da attribuire a qualche difficoltà che ho a respirare a causa delle adenoidi le quali, benché me le abbiano tolte da piccolo, forse saranno ritornate. Così pure le tonsille penso siano tornate malgrado mi siano state tolte, sempre da piccolo. Ricordo che la mia consolazione successiva a tali interventini consisteva nel fatto che mia madre mi comprava sempre un cono gelato. Dopo, non prima. Nel vedermi appisolato così, con l'aggiunta che pendo leggermente da una parte, la signora che assiste mia moglie, nel passare davanti la mia stanza entra e viene vicino al letto-divano per controllare se respiro! Me lo ha raccontato giorni fa perché la pennica si era protratta un po' più a lungo. Domenica scorsa però, trovandosi in casa mio figlio e vedendomi in quello stato semicomatoso mi ha svegliato scuotendomi una spalla e con un tono di voce un poco preoccupata mi ha chiamato un paio di volte: "papà, papà..". Questi fatti non mi piacciono e allora ho deciso: quando sarò bello appisolato lo farò cercando di tenere almeno un occhio aperto. Troverò il modo come farlo. E poi, magari, appeso al collo, un vistoso cartello con sopra la scritta SI PREGA DI NON DISTURBARE. (Altrimenti io potrei anche incavolarmi specialmente se sto sognando). Ciao Robi, problemi fisici mi tengono lontano dal blog. Almeno per ora. Un sakutine, aldo.
Carissimo Aldo, non potevi descrivere meglio la sublime sensazione della pennichella in arrivo. La già sonnolenta preparazione del sofà naif è il dipinto della libertà. Mi sono riconosciuto nella bocca aperta che lascia entrare pure i sogni, ma vivendo in un monolocale e la mia russata copre il volume della TV, la mia libertà si interrompe all'urlo di mia moglie con la solita domanda: SEI SVEGLIO ??? Sul mio cartello scriverò: RUSSO, QUINDI DORMO !!! Ciao Aldissimo, grazie per questa tua ris-POST...
AGGIUNGO COMMENTO PRECEDENTE (dove ho scritto "sakutine" anziché "salutone")-Mio blog in ferie però ti faccio avere due scribacchiature. Complimenti per le vignette zecchino d'oro, tutte azzeccate.
BRUSCOLINI, CARAMELLE, MOSTACCIOLI... ...facevano parte di quanto, nel giugno del 1945, riuscivo a vendere durante gli intervalli delle proiezioni dei film al Cinema Plaza (ex Regina) qui a Roma, in Via del Corso (ex Corso Umberto) angolo Via Condotti. Non ancora quindicenne e non avendo voglia di studiare, lavoravo in quel Cinema insieme a mio padre che aveva la funzione di maschera-stacca biglietti. Quando in sala si proiettava il film io dovevo sorvegliare la porta di sicurezza sul retro del Cinema che affacciava su Via Belsiana. Su questa stessa via affacciavano anche le porte di servizio del confinante Hotel Plaza (ex Regina), interamente occupato dagli americani (nel '43-'44 era stato occupato dai tedeschi). In quell'albergo fino al mese di agosto del '45 vi dimorò Pietro Mascagni (che io conobbi) grande musicista (Cavalleria Rusticana ed altro) e vi lavorava, quale aiutante nelle cucine del ristorante dell'albergo medesimo, un mio coetaneo di Via della Polveriera. Fra noi due avevamo stipulato un accordo: lui mi portava qualche bel piatto stracolmo di cibo cucinato nel "suo" ristorante ed io lo facevo entrare gratis nel "mio" cinema per vedere qualsiasi film senza pagare. Quando gli altri componenti la banda di Via della Polveriera, tutti miei coetanei, vennero a sapere della possibilità di poter vedere film a sbafo non se lo fecero dire due volte. In poche parole, ogni giorno davanti la porta di Via Belsiana c'erano clienti in attesa. Entravano gratis e non acquistavano nulla durante gli intervalli. Tempi magri, magrissimi per molti di noi. Mi sorge spontanea una domanda: stiamo tornando, e non per caso, a quei tempi? Scusami e un caro saluto, aldo.
Con la tua capacità descrittiva ho visto anch'io a "sbafo" un pezzo di film della tua vita. Caro Aldo, magari stessimo tornando a quei tempi dove l'avere niente era una poesia quotidiana! Oggi, purtroppo, dalla porta di servizio dei cinema o di altri locali di divertimento fanno entrare dei fanatici con cinture molto particolari ed i racconti dei nuovi (se ce ne saranno ancora) Monticiano non avranno più la tua stupenda poesia. Ciao core. robi
Non avevo dubbi sul sincronismo della nostra follia... Assemblando l'immagine di Giovanardi, sorridevo del tuo racconto sull'argomento mentre abbracciati come due morosi raggiungevamo il binario per Venezia.
Ciao carissima, quando passo da te vedo che continui la vacanza dal blog, ma anche le ferie a volte stancano... Come puoi notare, anche se il nostro giro si è ristretto, io continuo ad assemblare le mie solite "cazzatine" come passatempo, nel mio rifugio dal reale. Grazie della visita. Il solito nostro abbraccio. robi
Sei un ...dispenser di sorrisi, grazie! :)
RispondiEliminaArgute, divertenti e...non me l'aspettavo... ma una m'ha fatto scendere una lacrima...per la malinconia della canzone ricordata...
Ancora grazie!
E così hai sorriso per le mie maniglie ehhh...
EliminaGrazie a te Calo per capire il mio falenare in immagini
Next post Ferro e De Andrè: armati di pazienza...
Bacio. robi
Maniglie?! Quali maniglie?! :)
Elimina...
Io pazientissima sono!
A presto!
Pregasi rivedere cantante di "tre civette sul comò" e capire quali maniglie...
EliminaTu molto buona ad essere pazientissima!
A presto!
Quelle del comò!!!!
Elimina:-))))))))))))
Spiritosa e generosa gemellina!!!
EliminaCiao
Da qualche anno mi succede che ad una certa ora del post pranzo, mi cala il sonno per cui mi preparo una specie di divano, assente in camera mia, dove potermi spaparanzare e farmi la quotidiana pennichella (traduzione romanesca della dormitina).In pratica sistemo sul mio letto single una serie di cuscini che formano quasi una poltrona-sdraio, una sedia imbottita davanti per poggiarvi le gambe ed ecco pronto il falso divano. D'inverno, occorrendo, mi preparo un plaid di lana di colore rosso.Non appena le palpebre mi danno il primo segnale interrompo quello che sto facendo, di solito al pc, con la speranza che Pasquale non si dispiaccia, e mi sdraio soddisfatto. Certe volte arrivo persino a sognare. La durata della pennichella raramente supera due ore ma questo dipende da quello che ho mangiato a pranzo e quanto ho mangiato poiché non bevendo vino o birra la causa dovrebbe essere quella. Certo anche l'età incide, altroché. Purtroppo la sera, se non prendo una compressa soporifera, a "nanna" non riesco ad andarci. In tutta questa situazione c'è però una piccola questioncella. A volte quando dormo resto con la bocca semiaperta e sembro un neonato. Io non me ne accorgo però mi è stato riferito. La colpa principale è da attribuire a qualche difficoltà che ho a respirare a causa delle adenoidi le quali, benché me le abbiano tolte da piccolo, forse saranno ritornate. Così pure le tonsille penso siano tornate malgrado mi siano state tolte, sempre da piccolo. Ricordo che la mia consolazione successiva a tali interventini consisteva nel fatto che mia madre mi comprava sempre un cono gelato. Dopo, non prima. Nel vedermi appisolato così, con l'aggiunta che pendo leggermente da una parte, la signora che assiste mia moglie, nel passare davanti la mia stanza entra e viene vicino al letto-divano per controllare se respiro! Me lo ha raccontato giorni fa perché la pennica si era protratta un po' più a lungo. Domenica scorsa però, trovandosi in casa mio figlio e vedendomi in quello stato semicomatoso mi ha svegliato scuotendomi una spalla e con un tono di voce un poco preoccupata mi ha chiamato un paio di volte: "papà, papà..". Questi fatti non mi piacciono e allora ho deciso: quando sarò bello appisolato lo farò cercando di tenere almeno un occhio aperto. Troverò il modo come farlo. E poi, magari, appeso al collo, un vistoso cartello con sopra la scritta SI PREGA DI NON DISTURBARE. (Altrimenti io potrei anche incavolarmi specialmente se sto sognando).
RispondiEliminaCiao Robi, problemi fisici mi tengono lontano dal blog. Almeno per ora.
Un sakutine,
aldo.
Carissimo Aldo,
Eliminanon potevi descrivere meglio la sublime sensazione della pennichella in arrivo. La già sonnolenta preparazione del sofà naif è il dipinto della libertà.
Mi sono riconosciuto nella bocca aperta che lascia entrare pure i sogni, ma vivendo in un monolocale e la mia russata copre il volume della TV, la mia libertà si interrompe all'urlo di mia moglie con la solita domanda: SEI SVEGLIO ???
Sul mio cartello scriverò: RUSSO, QUINDI DORMO !!!
Ciao Aldissimo, grazie per questa tua ris-POST...
AGGIUNGO COMMENTO PRECEDENTE (dove ho scritto "sakutine" anziché "salutone")-Mio blog in ferie però ti faccio avere due scribacchiature. Complimenti per le vignette zecchino d'oro, tutte azzeccate.
RispondiEliminaBRUSCOLINI, CARAMELLE, MOSTACCIOLI...
...facevano parte di quanto, nel giugno del 1945, riuscivo a vendere durante gli intervalli delle proiezioni dei film al Cinema Plaza (ex Regina) qui a Roma, in Via del Corso (ex Corso Umberto) angolo Via Condotti. Non ancora quindicenne e non avendo voglia di studiare, lavoravo in quel Cinema insieme a mio padre che aveva la funzione di maschera-stacca biglietti. Quando in sala si proiettava il film io dovevo sorvegliare la porta di sicurezza sul retro del Cinema che affacciava su Via Belsiana. Su questa stessa via affacciavano anche le porte di servizio del confinante Hotel Plaza (ex Regina), interamente occupato dagli americani (nel '43-'44 era stato occupato dai tedeschi). In quell'albergo fino al mese di agosto del '45 vi dimorò Pietro Mascagni (che io conobbi) grande musicista (Cavalleria Rusticana ed altro) e vi lavorava, quale aiutante nelle cucine del ristorante dell'albergo medesimo, un mio coetaneo di Via della Polveriera. Fra noi due avevamo stipulato un accordo: lui mi portava qualche bel piatto stracolmo di cibo cucinato nel "suo" ristorante ed io lo facevo entrare gratis nel "mio" cinema per vedere qualsiasi film senza pagare. Quando gli altri componenti la banda di Via della Polveriera, tutti miei coetanei, vennero a sapere della possibilità di poter vedere film a sbafo non se lo fecero dire due volte. In poche parole, ogni giorno davanti la porta di Via Belsiana c'erano clienti in attesa. Entravano gratis e non acquistavano nulla durante gli intervalli. Tempi magri, magrissimi per molti di noi.
Mi sorge spontanea una domanda: stiamo tornando, e non per caso, a quei tempi?
Scusami e un caro saluto,
aldo.
Con la tua capacità descrittiva ho visto anch'io a "sbafo" un pezzo di film della tua vita.
EliminaCaro Aldo, magari stessimo tornando a quei tempi dove l'avere niente era una poesia quotidiana!
Oggi, purtroppo, dalla porta di servizio dei cinema o di altri locali di divertimento fanno entrare dei fanatici con cinture molto particolari ed i racconti dei nuovi (se ce ne saranno ancora) Monticiano non avranno più la tua stupenda poesia.
Ciao core. robi
" CELO MOLLE " mi ha letteralmente fatto scompisciare, una genialata.
RispondiEliminaA tal punto che mi sembra di rivedermi nell'effige dedicata al giovanardi.
Hasta
zac
Non avevo dubbi sul sincronismo della nostra follia...
EliminaAssemblando l'immagine di Giovanardi, sorridevo del tuo racconto sull'argomento mentre abbracciati come due morosi raggiungevamo il binario per Venezia.
Hasta
robi
Ciao carissimo, passavo di qua dopo tanto tempo e vedo che sei sempre forte con la tua satira.
RispondiEliminaIl solito abbraccio.
Nadia
Ciao carissima, quando passo da te vedo che continui la vacanza dal blog, ma anche le ferie a volte stancano...
EliminaCome puoi notare, anche se il nostro giro si è ristretto, io continuo ad assemblare le mie solite "cazzatine" come passatempo, nel mio rifugio dal reale.
Grazie della visita. Il solito nostro abbraccio. robi