Caro Robi Giocatori sì, ma sulla nostra pelle. E nessuno, dico nessuno, ha pagato o pagherà seriamente, per il danno che hanno provocato. Continueranno a giocare coi soldi che hanno intascato e soddisfatti (lo si legge dai loro sorrisini) diranno: "che coglioni quegli italiani che c'hanno sostenuto per tanti anni". Un bellissimo riassunto, che mette un po' di amarezza, perché quella facce non saranno mai dietro le sbarre. Ciao Robi.Un abbraccio e buon fine settimana.
cara Spera, sarebbe già consolante avere la certezza che non faranno più danni, ma non è assolutamente così perchè molti italiani continueranno ad essere complici della loro disonestà dentro la cabina elettorale. Con l'ironia riesco almeno a trasferire nelle immagini un minimo sfogo contro le inaccettabili assurdità diventate la norma nel nostro malandato Paese. Se anche un solo italiano si vergognasse di sostenere questi elementi da galera, il messaggio di tutta la satira di chi la pensa come noi si rivelerebbe importante. Ciao Spera, buon relax di fine settimana. Ti abbraccio. robi
Carissimo, la vignetta riprende solo uno spaccato della cella. Stravaccati sulle brande ci stanno Previti, Cosentino, Fitto, Scajola.
Se ci fai caso, ognuno di loro ha rappresentato un'intera regione per quasi due decenni, che la mafia e la ndrangheta, al confronto, paiono versioni aggiornate del monopoli.
Caro Zac, non ho usato il grandangolo ed hai fatto bene a ricordare la presenza nelle brande di quegli altri rappresentanti dell'illegalità. Il paragone con il monopoli è stupendo e la dice tutta sulla merda sparsa in vent'anni, in tutto il Paese, dal partito dell'amore.
A questi quattro signori e a tutta la genia a loro simile canteremo tutti in coro questa canzone di quando ci batteva forte il cuore.
- "Nina ti te ricordi quanto che gavemo messo a andar su 'sto toco de leto insieme a far a l'amor. Sie ani a far i morosi a strenserla franco su franco e mi che sero stanco ma no te volevo tocar. To mare che brontolava «Quando che se sposemo»; el prete che racomandava che no se doveva pecar. E dopo se semo sposai che quasi no ghe credeva te giuro che a mi me pareva parfin che fusse un pecà. Adesso ti speti un fio e ancuo la vita xe dura a volte me ciapa la paura de aver dopo tanto sbaglià. Amarse no xe no un pecato, ma ancuo el xe un lusso de pochi e intanti ti Nina te speti e mi so disocupà. E intanto ti Nina te speti e mi so disocupà."
Testo e musica di Gualtiero Bertelli (metà anni '60).
grazie caro haffner per questa delicata e significativa canzone che ricorda quei periodi difficili della nostra vita che si ripropongono a causa della vergognosa gestione dei politici. Sono andato immediatamente su Youtube per sentire la dolcezza dell'autore.
Ciao Robi, grazie per la tua presenza silenziosa. Sono passati due mesi, ma è come se fosse accaduto ieri. E i giorni di festa acuiscono il dolore. Con affetto. katia
Cara Katia, non è difficile interpretare come la tristezza, in apparente rallentamento, riesploda con le tradizionali festività che vengono vissute per la prima volta senza la presenza di una vita. Anche la malinconia può avere spiragli di dolcezza. E' quello che ti auguro con affetto. robi
aaahhh son venuta qua, come vien l'acqua al cavo della mano...ho terminato di leggere due post, di gente che sfiduciata, se ne va, dal blog...ho letto di ansia, paura, timori e mi è mancata l'aria...quella sensazione di angoscia che ti serra la gola e allora mi son detta, corriamo là, dove il riso affiorerà e l'angoscia si attenuerà - infatti sorrido. Ordunque, terapeutico cipra, ti ringrazio e ti domando: non ci sono effetti collaterali se abuso di te?
"come vien l'acqua al cavo della mano..." è un'immagine bellissima. Cara Loretta, le ansie del reale, tipiche di questo incerto e prolungato periodo, si riflettono inevitabilmente sul virtuale e capisco la tua angoscia nel leggere la paure ed i timori degli Amici di blog.
Grazie per aver raggiunto la mia risaia che, come sai, ha sofferto non molto tempo fa di aridità... L'effetto collaterale di quella che tu consideri una terapia potrebbe essere la noia per la ripetitività, ma grazie ai tuoi consigli, cercherò di reinventarmi (quanto mi è stato utile questo tuo verbo!) il più possibile. Ciao carissima. robi
Caro Robi
RispondiEliminaGiocatori sì, ma sulla nostra pelle.
E nessuno, dico nessuno, ha pagato o pagherà seriamente, per il danno che hanno provocato.
Continueranno a giocare coi soldi che hanno intascato e soddisfatti (lo si legge dai loro sorrisini) diranno: "che coglioni quegli italiani che c'hanno sostenuto per tanti anni".
Un bellissimo riassunto, che mette un po' di amarezza, perché quella facce non saranno mai dietro le sbarre.
Ciao Robi.Un abbraccio e buon fine settimana.
cara Spera,
RispondiEliminasarebbe già consolante avere la certezza che non faranno più danni, ma non è assolutamente così perchè molti italiani continueranno ad essere complici della loro disonestà dentro la cabina elettorale.
Con l'ironia riesco almeno a trasferire nelle immagini un minimo sfogo contro le inaccettabili assurdità diventate la norma nel nostro malandato Paese. Se anche un solo italiano si vergognasse di sostenere questi elementi da galera, il messaggio di tutta la satira di chi la pensa come noi si rivelerebbe importante.
Ciao Spera, buon relax di fine settimana. Ti abbraccio. robi
Carissimo, la vignetta riprende solo uno spaccato della cella. Stravaccati sulle brande ci stanno Previti, Cosentino, Fitto, Scajola.
RispondiEliminaSe ci fai caso, ognuno di loro ha rappresentato un'intera regione per quasi due decenni, che la mafia e la ndrangheta, al confronto, paiono versioni aggiornate del monopoli.
Hasta
Zac
Caro Zac,
Eliminanon ho usato il grandangolo ed hai fatto bene a ricordare la presenza nelle brande di quegli altri rappresentanti dell'illegalità.
Il paragone con il monopoli è stupendo e la dice tutta sulla merda sparsa in vent'anni, in tutto il Paese, dal partito dell'amore.
Hasta
robi
A questi quattro signori e a tutta la genia a loro simile canteremo tutti in coro questa canzone di quando ci batteva forte il cuore.
RispondiElimina- "Nina ti te ricordi
quanto che gavemo messo
a andar su 'sto toco de leto
insieme a far a l'amor.
Sie ani a far i morosi
a strenserla franco su franco
e mi che sero stanco
ma no te volevo tocar.
To mare che brontolava
«Quando che se sposemo»;
el prete che racomandava
che no se doveva pecar.
E dopo se semo sposai
che quasi no ghe credeva
te giuro che a mi me pareva
parfin che fusse un pecà.
Adesso ti speti un fio
e ancuo la vita xe dura
a volte me ciapa la paura
de aver dopo tanto sbaglià.
Amarse no xe no un pecato,
ma ancuo el xe un lusso de pochi
e intanti ti Nina te speti
e mi so disocupà.
E intanto ti Nina te speti
e mi so disocupà."
Testo e musica di Gualtiero Bertelli (metà anni '60).
hasta siempre robi.
haffner
grazie caro haffner per questa delicata e significativa canzone che ricorda quei periodi difficili della nostra vita che si ripropongono a causa della vergognosa gestione dei politici.
EliminaSono andato immediatamente su Youtube per sentire la dolcezza dell'autore.
Hasta siempre haffner
robi
Ciao Robi, grazie per la tua presenza silenziosa. Sono passati due mesi, ma è come se fosse accaduto ieri. E i giorni di festa acuiscono il dolore. Con affetto. katia
RispondiEliminaCara Katia,
Eliminanon è difficile interpretare come la tristezza, in apparente rallentamento, riesploda con le tradizionali festività che vengono vissute per la prima volta senza la presenza di una vita.
Anche la malinconia può avere spiragli di dolcezza. E' quello che ti auguro con affetto. robi
aaahhh son venuta qua, come vien l'acqua al cavo della mano...ho terminato di leggere due post, di gente che sfiduciata, se ne va, dal blog...ho letto di ansia, paura, timori e mi è mancata l'aria...quella sensazione di angoscia che ti serra la gola e allora mi son detta, corriamo là, dove il riso affiorerà e l'angoscia si attenuerà - infatti sorrido. Ordunque, terapeutico cipra, ti ringrazio e ti domando: non ci sono effetti collaterali se abuso di te?
RispondiElimina"come vien l'acqua al cavo della mano..." è un'immagine bellissima. Cara Loretta, le ansie del reale, tipiche di questo incerto e prolungato periodo, si riflettono inevitabilmente sul virtuale e capisco la tua angoscia nel leggere la paure ed i timori degli Amici di blog.
EliminaGrazie per aver raggiunto la mia risaia che, come sai, ha sofferto non molto tempo fa di aridità...
L'effetto collaterale di quella che tu consideri una terapia potrebbe essere la noia per la ripetitività, ma grazie ai tuoi consigli, cercherò di reinventarmi (quanto mi è stato utile questo tuo verbo!) il più possibile.
Ciao carissima. robi