Formigoni assomiglia a mia nonna, però lei non aveva gli occhi gradassi, il sorriso stampato da ebete, né l’espressione da impunito che ha sbancato l’Enalotto. Mia nonna, quando il nonno morì nella prima guerra mondiale, si dimise dall’essere donna o dall’amore, tranne quello per Dio e quello, al pari eterno, per il nonno. Si addormentava abbracciata alla cornice con la sua foto ingentilita da fiorellini lilla, sottovetro. Formigoni a uno specchio. Ma anche lui è sottovetro, non lilla però, grigio come gli stoccafissi surgelati nella ghiacciaia della Conad. Si è dimesso da essere umano tanto tempo fa, è l’unico a non saperlo. Mia nonna si fece comprare la televisione da mio padre, esclusivamente per seguire, la domenica, il Papa che officiava la Messa. Aveva la flebite e non poteva andare in chiesa. Formigoni va in chiesa, poi va da Vespa e a Ballarò. Né il Signore né il pubblico l’hanno mai visto entrare o uscire da uno di questi posti, perché è trasparente, come il Domopak. Mia nonna non esiste più, dal 1963, ancora mi manca. Pure l’uomo che le somiglia come una goccia d’acqua mi suscita nostalgia. Per la dignità, ai tempi di mia nonna.
in questo tormentato passaggio economico-politico, il termine dignità sembra stia progressivamente scivolando fuori dal vocabolario. L'unica cosa certa che abbiamo a disposizione è lo schifo quotidiano per il comportamento inaccettabile di quelli che ci rappresentano.
Su Formigoni, hai scritto un saggio alla PLAY ME che ho conosciuto ed apprezzato in un blog non più raggiungibile.
quando ho "lavorato" (si fa per dire) l'immagine-vignetta della Lucianina nazionale mi sei venuto in mente per la simpatia che avevi già manifestato per lei in un altro mio post. Grazie quindi per il "sequestro" di gradimento.
Per contentarti col dialetto romanesco. Non l'ho scritto io e quindi non ne ho voluto fare un post:
All'inizio del secolo scorso Giseppe Gioachino Belli, poeta romano scriveva questi versi:
Mentre ch'er ber paese se sprofonna tra frane, teremoti, innondazioni mentre che so' finiti li mijioni pe' turà un deficit de la Madonna Mentre scole e musei cadeno a pezzi e l'atenei nun c'hanno più quatrini pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini vanno in artre nazzioni a cerca' li mezzi Mentre li fessi pagheno le tasse e se rubba e se imbrojia a tutto spiano e le pensioni so' sempre ppiù basse Una luce s'è accesa nella notte Dormi tranquillo popolo itajiano A noi ce sarveranno le mignotte.
forse hai letto male la data di questa chicca poetica in romanesco..... Ma se la data è giusta, allora siamo proprio noi italiani che siamo sbagliati da sempre...
Grazie per il romanesco che mi procura allegria. Buona serata. robi
... spero che gli effetti della vodka non si esauriscano;-) è stata una delle poche notizie belle degli utlimi giorni! Complimenti ancora, un saluto, Gea
Sei tornato finalmente caro Robi e allora io ti sequestro la vignetta della Litizzetto.
RispondiEliminaUn caro saluto,
aldo.
Formigoni assomiglia a mia nonna, però lei non aveva gli occhi gradassi, il sorriso stampato da ebete, né l’espressione da impunito che ha sbancato l’Enalotto. Mia nonna, quando il nonno morì nella prima guerra mondiale, si dimise dall’essere donna o dall’amore, tranne quello per Dio e quello, al pari eterno, per il nonno. Si addormentava abbracciata alla cornice con la sua foto ingentilita da fiorellini lilla, sottovetro. Formigoni a uno specchio. Ma anche lui è sottovetro, non lilla però, grigio come gli stoccafissi surgelati nella ghiacciaia della Conad. Si è dimesso da essere umano tanto tempo fa, è l’unico a non saperlo. Mia nonna si fece comprare la televisione da mio padre, esclusivamente per seguire, la domenica, il Papa che officiava la Messa. Aveva la flebite e non poteva andare in chiesa. Formigoni va in chiesa, poi va da Vespa e a Ballarò. Né il Signore né il pubblico l’hanno mai visto entrare o uscire da uno di questi posti, perché è trasparente, come il Domopak. Mia nonna non esiste più, dal 1963, ancora mi manca. Pure l’uomo che le somiglia come una goccia d’acqua mi suscita nostalgia.
RispondiEliminaPer la dignità, ai tempi di mia nonna.
in questo tormentato passaggio economico-politico, il termine dignità sembra stia progressivamente scivolando fuori dal vocabolario.
RispondiEliminaL'unica cosa certa che abbiamo a disposizione è lo schifo quotidiano per il comportamento inaccettabile di quelli che ci rappresentano.
Su Formigoni, hai scritto un saggio alla PLAY ME che ho conosciuto ed apprezzato in un blog non più raggiungibile.
Grazie per il commento. robi
caro Aldo,
RispondiEliminaquando ho "lavorato" (si fa per dire) l'immagine-vignetta della Lucianina nazionale mi sei venuto in mente per la simpatia che avevi già manifestato per lei in un altro mio post. Grazie quindi per il "sequestro" di gradimento.
Un caro saluto. robi
Molto sottile Diego Cugia, davvero bravo!
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Ops, scusa Robi, ho dimenticato di abbracciarti. ;-)
RispondiEliminaPer contentarti col dialetto romanesco. Non l'ho scritto io e quindi non ne ho voluto fare un post:
RispondiEliminaAll'inizio del secolo scorso Giseppe Gioachino Belli, poeta romano scriveva questi versi:
Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazioni
mentre che so' finiti li mijioni
pe' turà un deficit de la Madonna
Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l'atenei nun c'hanno più quatrini
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cerca' li mezzi
Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so' sempre ppiù basse
Una luce s'è accesa nella notte
Dormi tranquillo popolo itajiano
A noi ce sarveranno le mignotte.
Un caro saluto Robi,
aldo.
caro Aldo,
RispondiEliminaforse hai letto male la data di questa chicca poetica in romanesco.....
Ma se la data è giusta, allora siamo proprio noi italiani che siamo sbagliati da sempre...
Grazie per il romanesco che mi procura allegria.
Buona serata. robi
Simpatico l'haiku ma...perché chiedi scusa solo al Giappone e a Wolfghost? E io? Guarda che mi offendo...ahahah!
RispondiEliminadeluso, ma grazie a te conoscerò meglio Diego Cugia.
RispondiEliminaAbbraccio di buon week end. robi
ciao Carmine,
RispondiEliminase al bravo scrittore-poeta chiedi scusa
poi le vuole anche la sua Musa
ed io con la Musa della poesia non ho un buon rapporto...!
Buon fine settimana e "mollateci Cavani". robi
Cammina la formica attraverso gli irti sentieri
RispondiEliminae s'affatica;
Vola l'aquila attraverso i venti del cielo
e s'affatica;
La formica avrà occhio per l'aquila
ma l'aquila non scorgerà formica.
La formica guarderà altrove
e perderà le sue prove;
L'aquila guarderà innanzi
lasciando agli altri solo gli avanzi.
Guarda al tuo sentiero
qualunque esso sia
e lì la tua via.
Che cosa brutta l'INVIDIA...
conoscevo della cicala con la formica. Si vede che ha fatto carriera.
RispondiEliminaBuona notte. robi
Ciao, graffiante Robi :-)))
RispondiEliminaBuon fine settimana!
mi sto consumando le unghie.....
RispondiEliminaSereno week end anche a tutti voi. robi
"Se vuoi qualcuno di cui fidarti allora clonati!"
RispondiEliminaMi hai strappato un sorriso con queste vignette! Un abbraccio e buon fine settimana!!!
RispondiElimina"non sopporterei un altro come me!"
RispondiEliminaGrazie della visita.
ciao pia,
RispondiEliminati ringrazio, ma non fermarti a questo sorriso.
Ricambio abbraccio e buon fine settimana. robi
... spero che gli effetti della vodka non si esauriscano;-) è stata una delle poche notizie belle degli utlimi giorni! Complimenti ancora, un saluto, Gea
RispondiEliminaciao Gea,
RispondiEliminapossiamo stare tranquilli, la sua coerenza è proverbiale.....
Grazie della visita e buona settimana. robi